Contrasto alla corruzione: Delegazione italiana su rapporto Vlasenko

La Commissione Permanente del Consiglio d'Europa, riunitasi a Roma, alla Camera dei deputati, in concomitanza con l'inizio del semestre di Presidenza italiana del CdE, ha affrontato il tema del contrasto alla corruzione attraverso l'esame di un rapporto presentato dal Sergyi Vlasenko (Ucraina). La Delegazione italiana ha presentato degli emendamenti al testo laddove la risoluzione invitava gli Stati membri a garantire che di fronte a semplici accuse o sospetti - ancorché credibili - di corruzione o di reati connessi all'esercizio di funzioni pubbliche i politici vengano prontamente sospesi o destituiti dai loro incarichi e gli venga revocata l'immunità. "Gli emendamenti chiedevano che tali sanzioni scattassero solo dopo una condanna definitiva, passata in giudicato. Si tratta di principi basilari di civiltà giuridica quelli volti a non alimentare la cultura del sospetto e a garantire la presunzione di innocenza fino all'ultimo grado di giudizio", così ha dichiarato la Presidente della Delegazione italiana, Marta Grande. Proprio in questa direzione si era orientato poco prima il discorso della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenuta nel corso del dibattito, evidenziando che "se le donne e gli uomini delle istituzioni sono i primi ad essere chiamati al rispetto delle regole, al tempo stesso non vanno dimenticate le garanzie costituzionali, che assistono i titolari delle cariche pubbliche elettive. Si tratta di prerogative poste a garanzia delle istituzioni democratiche, e non di privilegi", volte ad evitare che nella dialettica della vita democratica, accuse - anche pretestuose - di comportamenti illeciti possano essere strumentalizzate ai fini di lotta politica. La Presidente Grande ha pertanto illustrato e spiegato gli emendamenti, che però hanno incontrato l'opposizione della maggioranza della Commissione, e si è quindi astenuta sul testo definitivo, a nome della Delegazione italiana. torna alla lista Comunicati